“Mi fe tremar le vene e i polsi” queste erano le parole che Dante rivolgeva a Virgilio parlando delle tre fiere alla Porta dell’Inferno, ma queste sono state le sensazioni che ha provato il pubblico dei bambini e dei ragazzi dell’I.C. Manzi, dopo aver ascoltato le letture animate, eseguite da alcuni loro compagni, di una selezione di canti dell’Inferno dantesco. Sì perché l’I.C. “A. Manzi” ha voluto aderire all’’iniziativa proposta dal Ministero della Pubblica Istruzione dal titolo “Libriamoci”, allo scopo di promuovere la lettura nelle scuole di ogni ordine e grado. La scelta è ricaduta su Dante perché quest’anno ricorre il settecentocinquantesimo anniversario della sua nascita e in tutta Italia sono stati organizzati diversi eventi per rendere omaggio al grande poeta. E quindi nei giorni del 29 e 30 ottobre presso il teatro di via de Magistris alcuni alunni delle seconde e terze medie a gruppi di classi aperte hanno letto ad alta voce le terzine dei canti più famosi dell’Inferno: la “Selva Oscura”, “Caronte e gli Ignavi”, “Paolo e Francesca”, “Ulisse”. La lettura animata è stata la protagonista assoluta delle due mattinate, i lettori si sono impegnati al massimo, calandosi talmente nella parte, da regalare emozioni forti, tanto da far commuovere anche i più piccoli silenziosi e attenti di fronte al dramma dei condannati per l’eternità. La scenografia, pensata di concerto da alcuni bambini delle elementari e dai loro compagni più grandi delle medie, era semplice ed essenziale, un cartellone che riproduceva l’Inferno su cui scorreva un ritratto di profilo di Dante, in corrispondenza del girone del canto scelto, le maschere delle tre fiere che ostruivano il passaggio al sommo poeta, la barca di Caronte e di Ulisse, ma è risultata efficace, e aiutava gli spettatori a rivivere il clima torbido dell’inferno. I lettori attori, vestiti di nero, proprio come si usa a teatro, hanno letto talvolta individualmente, tal altra in gruppo, riproducendo le parti del coro greco, e i dialoghi, di Dante con Virgilio, di Dante con Francesca, il monologo di Caronte e quello di Ulisse risuonavano in sala vivaci e attuali.
L’altra grande protagonista della giornata è stata la musica: ogni canto era introdotto e concluso da un brano di musica barocca per viola e pianoforte, eseguito dalle prof.sse Del Ferro e Losito, che hanno ricreato le atmosfere talvolta cupe, tal altra struggenti, come nel caso di “Paolo e Francesca”, dei testi. Un’esperienza incredibile, che ha lasciato nel cuore di tutti, attori, pubblico, professori, un segno indelebile, ha tracciato una strada da perseguire allo scopo di elevare gli animi alla poesia, perché “Fatti non foste per viver come bruti, ma servir virtute e canoscenza”.
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